di Silvia Perini (Istituto di Psicologia Università di Parma)
The inner debate on the topics of Educational Psychology dates back in time, but is still a stimulating subject; the philosophy of the science underlying the different psychological approaches to education, emphasizes specific pedagogical standpoints. As regards this matter, one of the basic problems is the fact that the experimental analysis of behavior contribution to education, is sorely misunderstood and mischaracterized for external and internal conceptual problems regarding basic and applied science and philosophy. The main aim of the paper is to help make them more clear. They will be analyzed in their historical background, as well as in the context of the recent advances.
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di Roberto Truzoli (Psicologia Clinica, Facoltà di Medicina e Chirurgia, Università degli Studi di Milano)
Nell’articolo si discute il rapporto fra natura e cultura tenendo conto dei recenti risultati delle ricerche sul genoma e delle neuroscienze. Nel riconoscere le basi biologiche del comportamento, si enfatizza la capacità biologica ad apprendere come variabile fondamentale per comprendere lo sviluppo dell’individuo. Successivamente si presentano alcune osservazioni metodologiche che evidenziano le carenze e le difficoltà delle ricerche nell’ambito della behavioral genomic. Inoltre si sottolinea il ruolo dell’esperienza nei cambiamenti cerebrali, che costituiscono la base materiale del comportamento, ed infine si ribadisce l’importanza della mediazione sociale e culturale nei processi di sviluppo individuali.
Parole chiave: ereditarietà, ambiente, comportamento, metodologia, sviluppo.
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di Cuzzocrea Francesca, Larcan Rosalba (Università di Messina)
The aim of this research was to explore family’s relationships in order to gain a fuller understanding of the parent-child interaction processes. It was experimented a parent training aimed at: a) modifying parents’ mistaken beliefs on mental retardation and children’s behavioral problems; b) reducing their stress; c) increasing their parental self-efficacy, shaping parenting skills and better parent-child interactions.
14 couples of parents with mentally retarded children aged between 5 and 8 were tested. Only half of these families had already completed the parent training. The experimental group was trained to learned behavioral and educational techniques for child management. The control group was not trained. The results proved the parent training efficacy. Compared to control group, the experimental parents showed significant changes in perception of their children problems, a lower stress level and greater parental competences.
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di R. Larcan, F. Cuzzocrea (Università di Messina)
E’ possibile introdurre il metodo scientifico nella routine quotidiana della scuola? Come si fa a conciliare la tecnica con la spontaneità e la creatività dell’atto educativo e con la complessità delle dinamiche che si creano nei contesti scolastici?
Queste domande, che certamente sorgono spontanee a chi opera nella scuola, per avere risposta, richiedono innanzitutto una riflessione su ciò che si intende per “scienza” e ciò che si intende per “educazione”.
Il termine “scienza” designa una particolare modalità di conoscenza, che nasce dal felice connubio di esperienza e ragionamento; più affidabile rispetto ad altre modalità, perché fondata sui presupposti ineludibili della replicabilità e della confutabilità. Suoi obiettivi peculiari: il progresso delle conoscenze e la comprensione delle leggi che regolano il mondo, finalizzati prevalentemente ad una sempre crescente possibilità di controllo e monitoraggio del cambiamento.
Molte definizioni diverse sono state date del termine “educazione” e non ci soffermeremo su un’analisi teoretica in proposito, ma ci limiteremo a definirla in relazione agli effetti che, attraverso di essa, ci si propone di ottenere. Obiettivo principale dell’educazione è modificare il comportamento in una direzione positiva: aumentare il repertorio di conoscenze e fornire gli stimoli adeguati per l’acquisizione delle competenze necessarie per un sempre più evoluto adattamento alla complessità dei contesti di vita e delle richieste ambientali. Questa definizione, ovviamente, sottende la precisa responsabilità dell’insegnante di produrre e monitorare il cambiamento e, di conseguenza, la necessità di formulare ipotesi in proposito e di conoscere le modalità più adeguate per verificarle.
In questo senso, quindi, scienza ed educazione devono necessariamente coesistere e cercare il percorso più agevole per integrarsi. E la behavior analysis rappresenta probabilmente il collante più adeguato, possedendo tutti gli elementi necessari a rendere possibile tale integrazione: una filosofia dello sviluppo del comportamento, una teoria generale, una metodologia per tradurre in pratica le asserzioni teoriche e, soprattutto, una specifica metodologia di ricerca (Perini, 1997). E’ infatti attraverso la ricerca che i concetti e i principi dell’educazione in essa espressi possono trovare la dimostrazione e la verifica della loro efficacia, sia in ambito teoretico, sia in ambito applicativo (Larcan, Moderato, 1982).
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di Francesca Cavallini Dipartimento di Psicologia, Università di Parma
“We all grew up in a percentage correct world” (Binder, 2003). Viviamo in un mondo che valuta in base alla percentuale di risposte corrette, esordisce Binder in uno dei suoi articoli più recenti; qualsiasi valutazione, dalle scuole elementari alle medie è effettuata tenendo conto esclusivamente delle risposte corrette, l’accuratezza rappresenta quindi l’unico parametro con cui viene definita la padronanza di un compito. Se è vero che l’accuratezza rappresenta l’unico parametro nel mondo della scuola al contrario se pensiamo all’educazione musicale, alla danza, all’atletica, all’apprendimento di una lingua straniera o più semplicemente a contesti di vita reali come la guida di un’auto, l’esecuzione corretta di un comportamento non è un parametro sufficiente per garantire la padronanza perché l’esecuzione deve essere fluida, veloce e non esitante oltre che accurata.
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