Analisi critica di un articolo che – senza dimostrarlo – asserisce che la B-BS non funziona e che bisognerebbe fare Cultura della Sicurezza. Esattamente quello che la B-BS fa in termini operativi e misurabili.
In scienza non si critica, si dimostra il contrario con esperimenti.
di Alessandro Valdina
Milano, 28 dicembre 2013 – Andare sul web in cerca di articoli – basati su opinioni personali – che dimostrino tutto e il contrario di tutto è un esercizio molto comune. E’ un approccio che può andare bene per la giurisprudenza, ma non per la scienza o per le sue applicazioni. E quindi non per la Behavior-Based Safety. Questa premessa non vieta però ad alcuni di commentare senza alcuna base applicazioni che hanno centinaia di esperimenti alle spalle e quindi oggi scandagliare il web per trovare e replicare a informazioni false e come svuotare il mare con un cucchiaino. A volte però quest’attività si rende necessaria quando in alcuni forum e gruppi su social network professionali, presunti moderatori si trasformano in censori e non pubblicano i commenti di chi osa contraddire le loro opinioni basate sul nulla, ossia su articoli non basati su dati scientifici. Nello specifico l’articolo di Safopedia usa un protocollo diffamatorio molto vecchio per screditare di teoria supportata da evidenze sperimentali (i.e. Behavior Based Safety e più in generale l’Analisi del Comportamento) ma sostenuta da un avversario/concorrente. E’ un protocollo che si basa sulla falsità e sull’impostura e funziona in questo modo:
1. Racconto la teoria del mio avversario senza averla capita
2. La riassumo a mio uso-e-consumo con qualche pizzico di verità e molte inesattezze
3. Evidenzio tutte quelle sembrano esserne le contraddizioni o punti deboli, che io ho artificialmente inserito nel mio riassunto
4. La spolpo dei contenuti che sono funzionali alla propria teoria che sarà presentata come soluzione (Safety Culture) .
Tutto questo senza portare un dato che sia uno. Ma andiamo con ordine:
Nell’articolo di Safopedia postato su linkedin da un medico del lavoro a cui non vogliamo dare visibilità sul nostro sito, si descrive il processo BBS senza citare gli schemi di rinforzo/punizione/estinzione, che agiscono a tutti i livelli dell’organigramma. Questo vuol dire non avere capito davvero nulla. E’ come se Newton per spiegare la legge di gravitazione universale si fosse limitato a raccontare l’aneddoto della mela dimenticatosi di introdurre il concetto di massa e costante di gravitazione universale.
“Critics say that by encouraging supervisors and co-workers to report on whether other employees are working safely (and rewarding and disciplining employees accordingly). BBS shifts too much blame for worker accidents onto workers’ themselves”.
Se c’è una prassi universalmente condivisa tra chi applica la BBS seguendo l’evidenza sperimentale, è quella di avviare dei processi di osservazione a cui non possono seguire conseguenze disciplinari.
Se c’è una cosa che proprio l’analisi del comportamento non fa, e tanto meno la BBS che ne è un’applicazione, è scaricare le “colpe” sul lavoratore. Anzi, siccome per gli scienziati il comportamento è funzione delle sue contingenze – soprattutto quelle esterne dal lavoratore – la BBS non chiede alle persone di cambiare comportamento ma – in caso di comportamento a rischio – chiede alle persone come poter cambiare l’ambiente affinché il comportamento sicuro sia più probabile – in termini tecnici, sia evocato da migliori antecedenti e seguito da meno punitori e più rinforzatori.
“So, rather than blaming one side or the other, it might be best to use some of the key components of BBS to focus on creating a safety culture where both management and workers play a role. Here we’ll have a look at the role workers play in ensuring their own safety and the safety of others in the workplace”.
Come già detto, gli schemi di rinforzo/punizione/estinzione avviati da un processo BBS agiscono a cascata su tutto l’organigramma, dal direttore generale all’operaio. Quindi la BBS, in quanto applicazione dell’analisi del comportamento, misura una valanga di comportamenti di leadership (Quante azioni hai aperto e poi chiuso a seguito di segnalazioni BBS? Quante riunioni hai condotto coi tuoi collaboratori? Quanti obiettivi di miglioramento sui comportamenti hai assegnato? In quale misura hai applicato in modo corretto il sistema premiante…). Quindi la BBS stressa le capacità di management e di leadership di tutti i capi, dal direttore generale al direttore di produzione, dai capireparto ai capiturno. La BBS fa emergere subito se alle “belle parole” in favore della sicurezza (comportamenti verbali) seguono comportamenti che la sostengano.
“A management that promotes a safety culture does things like: Listening to workers’ safety concerns and correcting unsafe conditions as they are reported
Giving workers express permission to stop working if they believe they are in danger. Encouraging workers to report problems and close calls
Ensuring that the safety culture extends beyond full-time workers to contractors and any one else who enters the workspace”.
Ecco: tutte cose che fanno tutti i processi BBS, se si vogliono chiamare tali perché applicano tutti gli elementi del protocollo risultati efficaci a livello sperimentale.